Al Baghdadi se la ride

La disfatta dell’Occidente

Per definire quella che il premier italiano ritiene una strategia seria utile a distruggere l’Is, bisognerà cominciare a risolvere alcuni questioni di mera analisi logica che ancora sfuggono agli uomini dei governi occidentali. Un sintomo evidente è proprio del nostro ministro degli Esteri, onorevole Gentiloni il quale in un’intervista ad un quotidiano, forse sotto shock per i fatti tragici di Parigi, ha detto testualmente che bisogna “combattere i terroristi sul piano militare, ma senza entrare in una dinamica di conflitto”. In attesa che l’eccellente onorevole Gentiloni si riprenda, bisognerebbe capire anche il presidente statunitense Obama che ha ribadito ancora una volta che l’Is è il male assoluto, ma che non ritiene necessario mandare nemmeno un contingente di marines degno di quello inviato da Reagan a Grenada. Da cui si presume che Obama intimamente confidi che l’Is si distrugga da sola. Perché, non vorremmo dire, ma la Grande coalizione di paesi, più di venti, che bombarda il califfato dai cieli c’è già da oltre un anno ed il risultato è che la Francia aveva deciso di muoversi per suo conto, tanto ritiene quell'aggregato militarmente insignificante. Sembra essere quasi passato in secondo piano il fatto che i francesi per rispondere a criteri di loro sicurezza interna, decisero di procedere autonomamente e colpire l’Is da soli. A pochi mesi dalla loro splendida iniziativa si sono trovati con un massacro nella loro capitale e a dover assicurare una reazione spietata ai nemici. Nel dettaglio questa spietatezza si è misurata nel bombardamento di Raqqa domenica scorda, una delle roccaforti del califfato. Vittime nemiche zero. Purtroppo per lo spietato presidente Hollande, l’Is non fa la guerra come la facevano i generali francesi nel 1915, tabarrati in trincea ed ha spostato le sue ridotte. Mentre i francesi decidevano i loro obiettivi sulle informazioni delle settimane precedenti, il califfo dislocava altrove le sue postazioni durante l'attacco a Parigi. Continuiamo così e più che una guerra avremo una nasconderella, dove il califfo sembra divertirsi molto. Ed ha ragione di farlo non solo perché ha avuto oggi la conferma che gli infedeli sono degli imbelli, ma che nemmeno hanno la capacità di infliggergli una sonora lezione dopo che ha fatto una strage di cittadini innocenti nel cuore stesso della loro civiltà, Parigi, la Francia. Il premier Valls ha detto giustamente di doverci preparare a nuovi attentanti. È l’unica cosa sicura perché se i governi occidentali non hanno capito ancora cosa fare, il califfato si e lo fa benissimo.

Roma, 17 novembre 2015